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Covid-19: come pianificare la riapertura

L'allentamento delle restrizioni relative alla crisi del coronavirus non significa che le sfide siano terminate.

È quindi importante capire che il processo di ritorno alla normalità sarà più impegnativo dell’introduzione dello smart working e dell’orario ridotto, poiché la minaccia del coronavirus sarà presente ancora per i prossimi mesi.


È importante quindi procedere con un’attenta pianificazione a tappe, tenendo presente che il ritorno a un'organizzazione del lavoro più “normalizzata” potrebbe essere la soluzione per essere in linea con le raccomandazioni e le norme di sicurezza delle autorità.

Va quindi sviluppato un concetto di protezione adattabile alle diverse fasi del ritorno al normale funzionamento aziendale, ad esempio:

  • l’occupazione degli spazi;
  • le norme di igiene;
  • l’organizzazione delle riunioni;
  • l’adattamento dei locali;
  • l’adattamento degli orari di lavoro e di funzionamento (per esempio, evitare il più possibile gli orari di punta del trasporto pubblico).



Dal punto di vista informativo non bisogna tralasciare che il concetto aziendale di “protezione dei lavoratori” dovrebbe essere comunicato a tutti i dipendenti in modo tempestivo e trasparente, tenendo presente anche le esigenze e gli input che questi ultimi possono aver comunicato al proprio datore di lavoro. In queste fasi risulta molto importante gestire il dialogo con i lavoratori e vanno sanate incertezze e domande sui diversi cambiamenti che ormai risultano essere “all’ordine del giorno”.


È importante tenute presente anche le diverse mansioni dei dipendenti e rischi correlati. 
Ad esempio per chi riverte ruoli commerciali ed è spesso in viaggio per lavoro, è importante fare chiarezza sui comportamenti da intrattenere durante i viaggi aziendali, le visite dai clienti,…



Un altro aspetto da tenere in considerazione è il rischio di infezione: il concetto aziendale di protezione sviluppato deve tener conto anche delle eventuali situazioni particolari di gruppi a rischio, come ad esempio i dipendenti con deficienze immunitarie. Andrebbe quindi definita e comunicata una procedura in caso di possibile infezione di un dipendente e comunicato il protocollo da seguire.



Infine, va sottolineato che la prudenza non è mai troppa e va tenuto in considerazione che bisogna essere sempre pronti a un possibile “effetto pendolo”, ossia al caso in cui la situazione dovesse cambiare nuovamente (per esempio, se dovesse esserci una seconda ondata dell’epidemia).

È meglio quindi chiarire e definire subito una procedura da seguire e condividerla con tutte le aree aziendali.

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